Questa settimana davvero un ospite inatteso per il blog di Dreamin’Australia, mio fratello Giuseppe che ci racconta la sua esperienza da contadino dall’altra parte del mondo. Come si dice, “fare le farm in Australia”.
Inizierò ammettendo con un filo di colpevolezza che io, prima di partire dall’Italia, il lavoro in farm non lo avevo preso in considerazione nemmeno per un secondo o comunque, vuoi perché non avevo esperienza in materia, vuoi perché il “Che vai a fare il contadino in Australia? Fallo a casa tua!” degli amici e della famiglia era (pensavo) un punto a suo sfavore, vuoi perché “le farm” in genere hanno una brutta fama, avevo tenuto in conto di cimentarmi in quell’esperienza solo come ultima spiaggia per prolungare la mia permanenza in Australia.
Ma la vita, si sa, ti sorprende sempre e quando sfumò una buona occasione lavorativa in hospitality non trovai niente di meglio da fare che dare retta a un mio amico da poco arrivato in Oz e seguirlo verso qualcuna di quelle zone malfamate chiamate “regional areas”.
In realtà il nostro viaggio non ci portò poi così lontano da “casa”, vale a dire Brisbane, perché, nel nostro peregrinare random, ci imbattemmo in quella che ancora chiamo la mia seconda tana in Australia: Gatton… Più precisamente il Gatton Caravan Park che mi accolse per tutta la durata dei famigerati 88 giorni (e anche di più!).Giusto qualche mese dopo il nostro arrivo avremmo detto che al Gatton Caravan Park piangi due volte: quando arrivi e quando te ne vai. Più tardi ancora una mia amica avrebbe corretto questa frase con: “Al Gatton Caravan Park piangi due volte… al giorno: quando ti svegli e quando vai a dormire”. Entrambe queste affermazioni sono validissime.
Anyway, tra alti e bassi, è lì che ho trovato 6 buoni motivi per affrontare il lavoro in farm e uscirne indenne (o quasi):
- Il primo motivo non può che essere questo: vuoi mettere avere un secondo Working Holiday Visa con cui lavorare per poi fare quello che ti pare in giro per l’Australia? No, dico, seriamente… Questa è stata la motivazione (ed è quella di molti, se non la sola, credo) che mi ha spinto a tentare la strada tortuosa e infangata delle farm: la possibilità di avere un altro anno da dedicare a quello che voglio fare (che sia lavorare per mettere soldi da parte o trovare una sponsorship, che sia viaggiare, ecc…) in un paese in cui è facile permettersi una vita decorosa con il minimo sforzo, mi ha tenuto carico e motivato per tutta la durata dell’esperienza.
- In farm, come del resto in tutta l’Australia, hai la possibilità di conoscere una marea di persone da tutte le parti del mondo ma non con la dispersione tipica dei grandi spazi delle Big Cities. Tutto è più piccolo nelle farm, tutto è ristretto e concentrato e vivendoci non puoi che assorbire dagli altri e dalle loro esperienze le idee attraverso cui valorizzi le culture “altre da te”. Prendendo spunto dalla diversità dell’altro si porta tanto di nuovo a se stessi.
- Il lavoro contadino è quanto di meglio esista per stare in salute: svegliarsi sempre presto la mattina, sottoporre il fisico a sforzi quotidiani con un conseguente scarico di stress e stare sempre all’aria aperta, senza contare il fatto che si lavora in campagna e si ha accesso a tutti i “vegetables” che si vuole. Ovviamente molto di quello che c’è di positivo nei “farm works” passa per la voglia che si ha di portarli a termine e dalla clemenza delle condizioni meteorologiche: diciamo la verità, stare otto ore sotto la pioggia non ha mai fatto bene a nessuno. O forse sì?
- Le farm sono un tipo di esperienza ottima per mettersi in gioco e vagliare i propri limiti: se è vero che stare in farm è un buon allenamento e uno stile di vita salutare è altrettanto vero che la campagna, sul lungo periodo, è un lavoro duro e logorante.
Il fatto che siano solo 88 giorni ti fa sopportare di tutto, perché sai che finirà: il freddo la mattina presto, il caldo asfissiante a mezzogiorno, la pioggia, il fango, gli animali pericolosi, tutto sembra remare in direzione contraria ma quando completi l’avventura dici: “se ho fatto questo posso fare qualsiasi cosa!”.- In farm si è immersi in un clima di fratellanza che è difficile trovare nella vita di città: il punto è che tutti, dall’avvocato al cuoco, sanno di essere sulla stessa barca (in realtà questo dovrebbe accadere anche nella vita di tutti giorni ma le convenzioni sociali insite nella quotidianità metropolitana imbastardiscono i rapporti umani) e quindi tutto acquista un gusto più semplice e genuino; condividere il lunch sul campo, restare senz’acqua in una giornata calda o senza cerata in una di pioggia e saper di poter contare sui tuoi compagni, chiedersi in prestito qualsiasi cosa, aiutarsi in tutti i modi possibili fa capire a quanto di superfluo si dà importanza nella vita di tutti i giorni.
- Vivere e lavorare nelle farm è un modo facile per mettere via dei soldi: essendo “regional areas” non si trovano grandi luoghi di divertimento o distrazioni come quelli delle città e quindi la vita scorre più lenta anche perché ci si sveglia alle 4.30 ogni giorno o quasi e quindi il tutto si limita a qualche uscita sporadica in qualche città vicina più grande. In più, non esiste piacere più grande del guadagnarsi la giornata chinandosi e sporcandosi le mani perché, a chi non è abituato, fa provare un immenso senso di umiltà.
- In farm si creano rapporti strettissimi tra le persone: per i motivi di cui al punto 5 le amicizie in farm sono diverse rispetto a quelle che puoi trovare nella city. Gli spazi sono più piccoli e si sta insieme praticamente 24 ore al giorno 7 giorni su 7, si condivide tutto (il cibo, i vestiti, l’alcool, il letto…) ricordo che in più di un’occasione ci siamo trovati a mangiare tutti direttamente dalla stessa pentola come mio padre mi ha raccontato si usava fare nel secondo dopoguerra. E’ proprio vero che la vita di campagna conserva qualcosa di autentico che molti hanno dimenticato, troppo impegnati a correre dietro ai soldi e alla vita mondana per godersi le piccole cose di una vita semplice.
Che dire.. É stato un onore conoscere Giuseppe… UN GRANDE. Un abbraccio a tutti..
Bella Zio Frank ci manchi!!!