Ospite del blog di Dreamin’Australia è Marco Pestrin che ci racconta il suo anno in Australia con il visto working holiday: “Quando ero in Italia ho dato troppa importanza a cose che ora reputo superflue e allo stesso tempo non ho valorizzato troppo certe situazioni. Questo perchè ho avuto modo di confrontarmi con persone di tutte le nazionalità e non sempre il mio modo era quello giusto”.
Chi Sei? Presentati
Sono Marco, ho 24 anni, sto scrivendo da Cairns e domani andrò finalmente a vedere la famosa barriera corallina australiana.
Cosa facevi in Italia e perchè hai sentito di partire per l’Australia?
In Italia lavoravo come sviluppatore web presso un azienda vicino casa mia.
Le motivazioni per cui sono partito per l’Australia sono tante, ma la principale era migliorare il mio inglese. A lavoro leggevo e scrivevo abbastanza in inglese in quanto la documentazione tecnica era tutta scritta in inglese. Mi accorgevo però che non ero fluido nel parlarlo e la mia pronuncia era pessima. Così ho deciso di lasciare il lavoro a tempo indeterminato di mia spontanea volontà e acquistare un corso d’inglese a Brisbane
Come hai conosciuto Dreaminaustralia?
Cercando su Google. Ho contattato tante agenzie per farmi fare diversi preventivi e sono arrivato a Dreamin’Australia. Inizialmente il prezzo era il più favorevole, ma ricordo benissimo quella sera che avevo parlato al telefono per la prima volta con Maria Clara per chiederle alcune informazioni sul visto. Ho capito che era veramente disposta ad aiutarmi con molta umiltà e onestà. Ha acquisito tutta la mia fiducia nonostante non l’avevo mai incontrata e nessuno mi aveva mai consigliato Dreamin’Australia.
Come è stato l’arrivo?
Prima di partire avevo programmato solo 3 cose:
Il periodo d’arrivo: finita l’estate italiana volevo godermi un’altra bella stagione in quanto non riesco proprio a metabolizzare l’arrivo del freddo ahahahah. A settembre a Brisbane è primavera. Il momento esatto per partire.
L’ostello per i primi 5 giorni: ricordo ancora la prima sera che sono arrivato in ostello da solo. Mi sono trovato nel bel mezzo di una festa piena di ragazzi della mia età… bellissimo!
La scuola: migliorare la lingua era il mio obbiettivo principale appena arrivato. Già dal quarto giorno ho iniziato.
Una volta arrivato mi sono incontrato con Maria Clara e mi ha dato una mano ad aprire il TFN, a richiedere la medicare, ad aprire il conto in banca, a ottenere la sim australiana e a scrivere il curriculum.
Quanto è importante parlare inglese?
L’inglese è fondamentale per sopravvivere altrimenti sei in un angolo da solo finché non trovi degli altri italiani con cui parlare. Ammetto che non è sempre facile sostenere una lunga conversazione in inglese. Ci si affatica in quanto il cervello non è abituato, tant’è che quando si torna a parlare in italiano è come fosse tutto in discesa. Spesso ho avuto la fortuna di trovare persone che si sono adattate a reggere una conversazione a un livello più basso in quanto il loro inglese era migliore. Ma sicuramente non è una cosa su cui puntare.
Che luoghi hai visitato e dove hai vissuto?
Sono stato i primi 4 mesi a Brisbane e ho avuto modo di visitare i dintorni come la Sunshine Coast, la Gold Coast e Byron Bay. Dopodiché mi sono trasferito a Sydney per altri 5 mesi circa.
Dopo quasi 9 mesi ho iniziato a conoscere l’Australia. Ho deciso di lasciare Sydney per visitare tutto il territorio e godermela veramente al 100%. Ho valutato tutte le opzioni disponibili per viaggiare e sono arrivato alla conclusione di acquistare un open-ticket di Greyhound per 90 giorni.
Sono stato a Melbourne passando per Canberra. Dopodiché sono andato ad Adelaide e ho percorso tutta la Stuart Highway fino a Darwin. Visitare l’outback è sempre stato uno dei miei sogni. Ci sono stato per quasi 1 mese. Adesso sono tornato nella costa est per visitare la parte nord del Queensland.
L’esperienza più bella
L’esperienza più bella è stata quando ho conosciuto due ragazze australiane a Darwin. Mi hanno proposto di fare con loro un campeggio di 5-6 giorni al parco nazionale Kakadu. Mi hanno prestato tutta l’attrezzatura e portato nei migliori posti. Ho vissuto una settimana completamente in stile australiano dormendo in tenda a mezzo metro dai pipistrelli e dingo. Se solo ci ripenso sorrido.
L’esperienza più brutta
L’esperienza più brutta sono state le prime due settimane a Sydney. Mi sono sentito un po’ un pesce fuor d’acqua, stressato dalle preoccupazioni e sentivo molto la mancanza di casa. Fortunatamente ho ripreso il controllo della situazione e la cosa si è risolta. Ma è stata parte dell’esperienza: ha fatto in modo che io potessi apprezzare maggiormente i mesi successivi.
Quali consigli vorresti dare a chi vuole affrontare questa esperienza?
Riconoscere le diversità rispetto l’Italia e non pensare subito “è meglio in Italia” in quanto abituati diversamente. Quindi è indispensabile sapersi adattare a situazioni che non sono abituali.
Se non si è predisposti a questo, si sviluppa questa caratteristica con il tempo. Sicuramente uscire dalla confort-zone non è facile ma ha degli effetti positivi per il carattere, la mente e l’umore della persona.
Un’altro consiglio fondamentale se si vuole conoscere veramente l’Australia è: essere curiosi. Aver voglia di scoprire posti dove i turisti non vanno oppure capire le abitudini normali di una persona locale. Viversi l’Australia non solo come turista ma come australiani. Vedere e fare quello che i media non dicono.
Cosa è cambiato in te?
Sicuramente mi sono reso conto che quando ero in Italia ho dato troppa importanza a cose che ora reputo superflue e allo stesso tempo non ho valorizzato troppo certe situazioni. Questo perchè ho avuto modo di confrontarmi con persone di tutte le nazionalità e non sempre il mio modo era quello giusto.